Foto di Sasin Tipchai da Pixabay
Apri la mente a quel ch’io ti paleso e fermalvi entro;
che non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso
Paradiso V, 41-42
Hai scarsa memoria?
Hai difficoltà nel ricordare fatti o date? Quella persona ti ha appena detto il suo nome e sei già costretto/a a chiamarla “carissimo”? Hai superato l’esame da due settimane e già ricordi una frazione di quello che hai studiato?
La diagnosi AFFRETTATA che potresti fare è che, tuo malgrado, non sia dotato di buona memoria. La diagnosi che ti faccio io è che non sai parlare la mia lingua.
Chi sono io? Il cervello di Davide e no, la lingua che parlano i cervelli non è l’italiano, nè il cinese, l’inglese o qualsiasi altra lingua della Terra ma è la stessa per tutti e te la insegnerò in questo articolo.
Bene, che lingua parlo io allora?
AHA!
Quando si parla di memorizzazione il cervello parla la lingua dei sensi e delle emozioni
La memorizzazione: sensi ed emozioni
Ogni volta che proviamo una nuova esperienza si forma una catena di neuroni al mio interno che va ad impattare tante più aree quanti sono i sensi coinvolti.
Più Sensi
=
Più aree impattate
=
Ricordare meglio
Coinvolgere quanti più sensi possibili al fine di cementare più facilmente ed in maniera più duratura il ricordo si definisce Sinestesia. Ok, ma come? Pazienza, ci arriviamo. Dobbiamo ancora parlare del secondo tassello: le emozioni.
Ricordo quando Davide andò a giocare a pallone con i suoi amici per godersi l’ultimo scampolo di estate. Si fece male alla caviglia e fu costretto a letto per una settimana. Ricordo bene la rabbia e la preoccupazione della mamma. Ricordo bene il dolore alla caviglia che lo tenne sveglio tutta la notte a guardare la televisione che, cosa assurda, al cambiare canale non cambiava le tragiche immagini che stava trasmettendo. Era l’11 settembre del 2001.
Come faccio a ricordare la data di quel giorno e tutte queste cose accadute? Ognuna di esse ha avuto un fortissimo impatto emotivo su di me. Il mio sistema limbico ha scatenato una pioggia di emozioni tale da rendere quel ricordo indelebile.
L’intenzione per la memorizzazione
Mumble
“Perchè puoi stare certo che funzioneranno le tecniche di memorizzazione che vedremo tra poco?”
Perchè coinvolgono i sensi simulando risposte emotive. Sensi ed emozioni. Creano quindi un ricordo parlando la mia lingua.
Certo ma ad una condizione: devi volerlo; far transitare un ricordo dalla memoria a breve termine, che è il punto dove tutto si deposita -ma solo per una manciata di secondi prima di sparire- a quella a lungo termine, è un atto intenzionale. Devi volerlo e poi devi farlo. Nulla andrà nella memoria a lungo termine da solo, in autonomia.
AHA!
I 3 pilastri della memorizzazione sono quindi:
- I sensi
- Le emozioni
- L’intenzione, la volontà di memorizzare
I SaLI della memorizzazione
Dunque ora devi immaginare intensamente nel tuo cervello la storia che sto per raccontarti. Immergiti in essa. Immagina dettagli e particolari. Usa tutti i sensi ed immagina di essere tu il protagonista della storia.
C’è un termometro enorme che gira intorno al sole. Ad ogni giro la temperatura indicata dal mercurio sale sempre di più per via della vicinanza col sole finchè il termometro non esplode. Il mercurio a quel punto schizza ovunque finendo addosso ad una bellissima modella che se ne sta in spiaggia a prendere il sole. Schifata si inizia a rotolare per Terra per levarsi il mercurio di dosso. Mentre ti gusti divertito questa scena, noti un tizio che, con enorme maleducazione, butta a terra la carta del Mars che stava mangiando. Vai per dirgliene 4 ma senti un profumino invitante venire da un gazebo e visto che è ora di pranzo decidi di sederti e mangiare. Scopri che ci sono gli gnocchi perchè è giovedì. Mentre mangi soddisfatto i tuoi gnocchi una ragazzina che fa l’hoola hop con il suo enorme anello urta il tuo tavolo facendo cadere il piatto che, per fortuna, viene salvato dalla tela di un ragno. Approfittando della confusione te ne vai ma urti un povero cieco che ti chiede “Chi sei?”. Gli rispondi citando la mitologia: “Nessuno”.
Ripercorri la storia. Vivila come se fosse successo a te. Senti il sapore e il profumo degli gnocchi. Immagina la collera della modella e la rabbia nel vedere buttare a terra la carta.
Congratulazioni, hai appena imparato, per il resto della tua vita, i pianeti che compongono il sistema solare: Mercurio (il termometro), Venere (la modella), Marte (lo snack Mars), Terra (dove butta la carta la modella), Giove (giovedì gnocchi), Saturno (l’anello per l’hoola hop), Urano (assonanza di Ragno-Urano), Nettuno (Nessuno).
Questo è uno dei principali metodi di memorizzazione e lo possiamo battezzare dei SaLI:
Sensi
Attiva tutti i tuoi sensi per creare lunghe catene di neuroni che rendano il ricordo indelebile
Legame
Crea una storia che sia umoristica, paradossale, esagerata e fantasiosa che leghi tutti gli elementi da ricordare
Immaginazione
Non hai limite con la fantasia quindi sbizzarrisciti
Mumble
“Scusa cervello, ma perche questa tecnica funziona?”
Perchè simula una tua esperienza realmente vissuta. Se ingaggerai correttamente sensi e emozioni creerai il falso ricordo di un episodio (come la caviglia infortunata l’11 settembre). Ricordare sarà inevitabile.
Questa tecnica è particolarmente utile per la memorizzazione di cose tangibili come la spesa o i nomi dei pianeti del sistema solare, ma con un nome astruso o un concetto astratto, tipo l’amore?
La memorizzazione nel SACco
Immagina di entrare all’interno di un locale, dopo una cena, per un ultimo drink. Ti avvicini al bancone e il barista è un gorilla enorme in doppio petto con l’Ipod. Dietro di sè una bottigliera enorme, ma tutta piena di sole bottiglie di amaro Montenegro.
Dimmi ora, sapevi che la capitale del Montenegro è Podgorica? Ora lo sai e lo saprai per sempre.
Non sempre ti capita di dover memorizzare cosa tangibili come un cucchiaio o il caffè, ma potresti trovarti davanti all’esigenza di dover imparare cose come Podgorica e Montenegro e doverle collegare insieme. Come fare a quel punto? Basta utilizzare un SACco:
Selezione
Seleziona i due elementi che vuoi ricordare. Es. Islanda-Reykjavik
Associazione
Associa ad ogni elemento qualcosa che lo renda facile da ricordare,u n aggancio ideale che te lo faccia subito venire in mente: Islanda = Terra ghiacciata e Reykjavik = un re coperto di chiavi
Connessione
Collega con il metodo dei Sali i due elementi per ottenere, ad esempio, un’enorme muraglia a protezione di una terra ghiacciata ed un unico passaggio attraverso essa tramite una porta con migliaia di lucchetti. Le cui chiavi sono tutte indosso al re di quella terra.
Tranne te stesso, nulla ora ti impedisce di imparare tutte le capitali del mondo.
Il palazzo della memorizzazione
Tessaglia ca. 514 a.C.
Il poeta Simonide di Ceo è a cena presso una famiglia importante, quando viene chiamato fuori dalla casa per attendere a delle questioni. In quel momento una scossa di terremoto fa crollare il tetto uccidendo tutti i commensali tranne lui. Giunti i soccorsi nessuno riesce ad identificare i cadaveri sfigurati tranne Simonide che aveva memorizzato tutti i nomi ricordandosi i posti a sedere.
Roma ca I sec a.C.
Un tale si accinge a passo svelto verso il senato per una delle riunioni più importanti della sua carriera. Aula gremita. Cala il silenzio. E come su un palco buio con solo la luce del riflettore ad illuminare la scena, tutta l’attenzione ricade sul nostro amico che tuona a muso duro verso il sedizioso violento: “Fino a che punto Catilina abuserai della nostra pazienza?”.
Cicerone proclama una delle sue accuse più dure senza ricorrere allo straccio di un appunto. Come?
Beh lui, come anche Simonide, utilizzava la tecnica del palazzo o dei LOCI (luoghi in latino). Pensava ad un percorso a lui familiare, come quello da casa sua al senato e lungo di esso selezionava delle tappe specifiche. Ad ognuna agganciava la cosa da ricordare: Catilina appeso al gancio del pozzo, i soldi appesi al grande abete, le lance della guerra conficcate nella porta dell’osteria.
Se hai una lista molto lunga di cose da memorizzare questa tecnica fa al caso tuo. Seleziona un ambiente a te familiare, la cucina, il salone, la palestra, il letto… Individua delle tappe ed associa a ciascuna di esse le cose da ricordare curandoti di coinvolgere quanto più possibile… Sensi ed emozioni.
Già ma con le cifre come la mettiamo?
La memorizzazione dei numeri: la conversione fonetica
Un francese chiamato Pierre Herigone nel XVII secolo ha trovato la chiave di volta per applicare la memorizzazione con i SaLI ai numeri. Come? Pensò di associare ad ogni numero un suono consonantico:
- 1: t, d
- 2: n (le 2 gambe della n)
- 3: m (le 3 gambe della m)
- 4: r (quattRo)
- 5: l (fai con la mano un 5 e pollice ed indice formano una L)
- 6: c, g dolci (cielo, giacca)
- 7: c, g dure (cane, gallo)
- 8: f, v
- 9: p, b (un 9 allo specchio sembra una p e sottosopra una b)
Foto tratta dal libro “Il metodo rivoluzionario per una memoria infallibile” di Sebastien Martinez
A questo punto prendi qualsiasi numero e convertilo in consonanti. Aggiungendo le vocali formerai delle parole. Lega le parole con i SaLI e il gioco è fatto.
89477521 potrebbe diventare:
- 89: FiBbia
- 47: RiGa
- 75: CoLla
- 21: NoDo
Crea tu una storia che leghi queste parole oppure sfrutta tu la conversione fonetica per creare parole migliori per te con i numeri.
Questa tecnica va ovviamente allenata e padroneggiata prima che sia efficace ma lo sforzo sarà ripagato migliaia di volte.
Conclusione
Io sono il cervello, ed ovviamente a me non menti ed io non mento mai a te. Avrai capito che non esiste nessuna formula magica che, senza sforzo, ti faccia ricordare le cose per sempre. Devi imparare a parlare una nuova lingua, la mia, e l’impegno che ti si richiede è lo stesso che sosterresti per imparare il tedesco o l’inglese o il cinese… Ma è solo iniziale perchè una volta imparata la mia lingua, sbloccherai un potenziale infinito e i tempi di memorizzazione si abbatteranno drasticamente.
Ti risparmierai il solito leggere e ripetere per ore che, ai fini della memorizzazione, è come conficcare un chiodo in un muro con un cucchiaio: prima o poi riesci, ma con quanta fatica?
Non esiste una cattiva memoria ma solo una memoria poco allenata e/o poco compresa. Io sono tutto quello che ti serve per sbloccare la memorizzazione. Possiedi un cervello? E allora puoi memorizzare tutto quello che vuoi. Devi solo sapere come fare (parlare la mia lingua) ma soprattutto, alla fine, VOLERLO fare.
Beh il tuo caro cervello ora stacca e si riposa. Nel frattempo hai il tuo bel da fare nello sperimentare queste nuove tecniche ma soprattutto nel… RESTARE CURIOSO
Davide
BIBLIO
- Simònide di Ceo [IT- Treccani]
- Tecnica dei Loci Ciceroniani [IT – Matteo Salvo]
- Tecnica dei loci? Un percorso per memorizzare bene ciò che studi [IT – Come si studia]
- Memory Games [IT/EN – Documentario Netflix]
- Il segreto di una memoria prodigiosa [IT – Matteo Salvo]
- Usiamo la memoria [IT – Tony Buzan]
- Il metodo rivoluzionario per una memoria infallibile [IT – Sebastien Martinez]
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Come sempre, abbiamo letto ed apprezzato un articolo molto interessante (in particolare per persone di una certa età) oltre che divertente. È prodigioso quello che si può fare con il nostro cervello e grazie Davide per avercelo ricordato in modo così chiaro ed esaustivo. Il mio proposito: esercitarsi a partire da ora.
Avanti così… Rimango curiosa fino al prossimo incontro
Ciao Claudia,
mette i brividi realizzare quanto possiamo fare. Basta solo iniziare. Il cervello funziona come i muscoli: più lo alleni e più lui risponde, non chiede altro d’altronde.
Alla prossima,
Davide.
Davide I love you. bellissimo articolo e molto utile per me che ho sempre avuto una buona memoria ma che ultimamente cede sotto il peso degli anni e di pensieri varii. anche io voglio raccontarti un aneddoto. qualche anno fa, Sofia Franca, tua cugina, preparando gli esami di maturità NON riusciva a ricordare un passaggio, un nome, che ahimè ora non mi sovviene. dopo aver ripetuto e ancora ripetuto ha avuto un’idea: associare a quel nome una battura comica che aveva fatto un suo amico su tutta un’altra questione ma che aveva una certa assonanza con quanto non ricordava. detto fatto e il nome non lo ha più dimenticato. prova provata di quanto da te spiegato.
inutile dire che ho già cominciato ad applicare. inutile dire che come sempre ADORO la mappa mentale.
inutile dire GRAZIE anche questa volta.
alla prossima.
annalisa
Sensi, associazioni, emozioni, humor, colore sono tutti elementi della memoria. Esistono campionati in cui atleti della memoria competono a colpi di migliaia di cifre ricordate o mazzi di carte visti una volta sola e memorizzati. Ora magari nelle nostre vite di tutti i giorni non servirà avere una memoria così allenata, ma rende l’idea di cosa si possa fare. E questi grandi atleti non hanno mai detto di essere prodigiosi, solo allenati.
Buona sperimentazione allora,
Davide.
Ciao Davide
io sono il classico esempio di colui il quale ha sempre sostenuto di non avere avuto mai una buona memoria.
Dopo aver letto il tuo interessantissimo articolo ho capito che questo, incredibilmente, non è vero!
Cercherò di applicare il metodo da te suggerito e vedrò cosa succederà.
Grazie come sempre per i tuoi articoli molto interessanti.
Gino.
Ciao Gino,
come nello sport, anche con queste tecniche e la memoria in generale bisogna fare pratica, ma è uno “sforzo” che pagherà mille volte l’investimento fatto. La prima cosa è capire che memorizzare è un atto intenzionale, dobbiamo decidere che quella cosa vogliamo immagazzinarla. Basta che pensi a quante volte in una giornata ti capita di imbatterti in qualcosa che ti fa pensare: “me lo devo ricordare”. Ogni volta che ti si presenta questo pensiero, concediti qualche secondo per applicare una di queste tecniche. Senza accorgertene ti allenerai tutti i giorni.
Ciao,
Davide.