La nascita delle mappe mentali
«Sto cercando qualche libro su come usare il cervello.»
«Provi laggiù», disse la bibliotecaria, indicando uno scaffale. «Nella sezione medicina.»
«No», ribattei, «ho già controllato quei titoli; non desidero operarmi al cervello, voglio solo imparare a usarlo bene.»
La bibliotecaria mi guardò impassibile. «Temo che non esistano libri su questo argomento.»
Comincia così il viaggio di Tony Buzan verso la scoperta delle mappe mentali, nonchè allo studio della psicologia, la neurofisiologia, la neurolinguistica e la semantica, la teoria dell’informazione, la memoria e le tecniche mnemoniche, la percezione e il pensiero creativo. E perchè non menzionare i più di 100 libri scritti e la fondazione dei compionati mondiali della memoria.
Su molti aspetti è il nostro mentore e ci ha aperto il mondo del nostro cervello quindi dedicare un articolo al suo più grande lascito è di dovere.
Pronto a scoprire come far entrare facilmente nozioni nel tuo cervello? Si parte.
Benvenuto nella razza umana
Facciamo un esperimento.
Pensa alla parola BANANA.
Cosa è successo nella tua mente? Hai per caso visto stampate le lettere B-A-N-A-N-A? Io non credo. Secondo me hai visualizzato una bella banana gialla e se ti sei concentrato abbastanza ne hai sentito l’odore, il sapore, la consistenza sotto le mani e poi via al banana split, al caldo, all’estate, alle vacanze, al mare, alla bottiglia di plastica che galleggiava, all’inquinamento, a Greta Thundberg, alla scandinavia, alla serie Netflix Vikings…
BENVENUTO NELLA RAZZA UMANA!
Le associazioni costituiscono, insieme all’immaginazione, la lingua di ogni cervello umano e sono infinite.
Le mappe mentali nascono all’università
Il giovane Tony Buzan inizia pieno di aspirazioni l’università e la affronta così come gli era sempre stato insegnato: lezione, appunti, leggi, ripeti, e ricomincia il giro.
Risultati? Non brillanti purtroppo e allora dovette ingegnarsi. Capire cosa non andava. Andò in biblioteca per chiedere libri sul cervello (le parole nell’introduzione sono sue) ma nulla. Doveva trovare una soluzione da solo.
Partì dagli appunti. Pagine e pagine di inchiostro nero fitto, praticamente un libro.
Prima idea vincente: sottolineare con un colore le frasi importanti che ovviamente erano molto meno rispetto alla mole enorme di testo scritto.
Seconda idea vincente: cerchiare con un altro colore le PAROLE CHIAVE, piccolissima parte di tutti gli appunti scritti e, se scelte con attenzione, consentivano di ricordare grandi blocchi di testo scritto grazie alle associazioni.
Il cuore delle mappe mentali
Tony aveva scoperto i due concetti chiave che mettono in comunicazione le mappe con il cervello: COLORE e PAROLE CHIAVE.
Il colore è importantissimo perchè innanzitutto non pensiamo in bianco e nero. Inoltre, pagine e pagine di solo in nero/blu, sono…? Mono-tone, avendo una sola tonalità. Quindi monotone, noiose. Se il tuo cervello si annoia, stacca, cerca altro e se non lo trova si riposa. Ecco perchè vedi nelle biblioteche così tante teste ciondolanti. E poi, a chi non piace il colore?
Le parole chiave sono invece alla base del pensiero radiante, quello che cioè si sviluppa da un tema centrale e se ne allontana un’associazione alla volta. Ti dimostro perchè è importante avere parole e non frasi chiave.
“La prima caduta con la tua prima bicicletta“. Associa tutto quello che puoi partendo da questa frase. Come è andata? Prova ora con “La tua prima bicicletta“. Ora prova con “bicicletta“.
Una sola parola ti dà il pieno potere associativo perchè non ti forza nel pensare ad una sola circostanza ma sei libero di spaziare.
AHA!
I 2 elementi chiave delle mappe mentali finora scoperti sono quindi:
- Il colore: aiuta a mantenere il cervello attivo non annoiandolo con il solito nero/blu
- Le parole chiave: le parole, al contrario delle frasi, liberano molto di più la libera associazione
Il terzo elemento delle mappe mentali
Il giovane Tony doveva ora capire come combinare insieme colori e parole chiave in qualcosa che potesse essere utilizzabile per prendere appunti.
E facendo una camminata notò la somiglianza tra un albero e un neurone e questo gli diede l’ispirazione di cui aveva bisogno: se i neuroni sono il tassello fondamentale del cervello e la mappa mentale deve inserirci nozioni, perchè non dargli la forma di un neurone?
Un tema centrale dal quale si diramano i principali concetti ad esso associati e per ciascuno di essi gli altri sotto-concetti e via così.
Il tutto facendo uso solo di parole chiave per avere massimo potere associativo e tanti colori.
Lo schema tipo neurone funzionava ma per Tony mancava ancora qualcosa, un terzo elemento che gli sfuggiva e che avrebbe chiuso il cerchio rendendo la mappa perfetta.
Sai dove lo trovò? Negli appunti dei grandi geni del passato.
Immagini estratte dal libro “Le leggi delle mappe mentali” di Tony Buzan
I grandi geni del passato non prendevano i loro appunti in maniera che noi chiameremmo convenzionale. Erano pieni di immagini, poco testo, disordinati (o forse no?)… Le immagini li aiutavano a visualizzare quello che scoprivano e l’atto del disegnare li aiutava nel ricordare.
Ecco trovato l’ultimo elemento chiave: un’immagine vale più di mille parole e quindi non si può fare una mappa mentale senza immagini. Colorate ed evocative per aiutare la memoria.
Come si fanno le mappe mentali?
AHA!
Dopo il colore e le parole chiave Tony scoprì l’ultimo ingradiente segreto per le mappe mentali: le immagini
Ora hai tutti gli elementi per disegnarne una:
- Una bella immagine centrale colorata che sintetizzi l’argomento che stai per trattare
- Dei rami colorati e ondulati che partano da essa
- Una sola parola chiave per ramo
- Integra la mappa con delle immagini evocative che ti aiutino a ricordare quello che inserisci nella mappa
Mumble
“Fermo Davide! Disegnare? E se non ne fossi minimamente capace?”
Premettendo che non c’è nulla che non possa essere imparato, incluso il disegnare, non c’è assolutamente bisogno di creare delle opere d’arte. Semplicmente dei disegni che ti aiutino a ricordare. Non dovrai esporli nei musei ma rimarranno nel tuo quaderno.
Perchè le mappe mentali funzionano?
E’ stato dimostrato che le mappe mentali riescono a farti ricordare molto di più che non gli appunti canonici e questo avviene perchè per realizzarle devi combinare i due emisferi del tuo cervello.
Il sinistro, razionale ed analitico, deve cercare di sintetizzare quello che sta assimilando in una sola parola chiave. E deve essere una buona parola chiave. Con l’esperienza ti verrà facile ma inizialmente non sarà semplicissimo e dovrai allenarti.
Il destro, creativo e artistico, deve disegnare, deve colorare ma non a casaccio. Sempre seguendo le indicazioni dell’emisfero sinistro.
Stai utilizzando il 100% del tuo cervello mentre elabori una mappa mentale e quindi non deve sorprenderti che al termine ricordi molto di più dei classici appunti dove passivamente ascolti e scrivi.
AHA!
Combinando colori, immagini, sintesi, comprensione stai utilizzando le piene facoltà del tuo cervello all’unisono. Il risultato è una maggiore concentrazione che si traduce in una migliore comprensione e quindi ricordo
Usi delle mappe mentali
Mumble
“OK Davide e quindi per cosa posso utilizzare delle mappe mentali?”
Tanto per cominciare nello studio o per qualsiasi cosa in cui necessiti prendere appunti. L’esercizio qui sta nel cominciare a prendere appunti non nella maniera canonica ma con una mappa mentale. Se sei di fretta e devi prendere appunti rapidamente butta giù del testo monocromatico e poi, quando avrai più tempo, rielabora tutto con una vera mappa.
Per esempio io le uso per ricordare tutti i libri che mi servono per documentarmi sugli articoli ed incredibilmente riesco a sintetizzarne più di uno in una sola mappa.
Oppure per pianificare, raccogliere le idee o generarne di nuove. Le mappe sono uno strumento in grado di accrescere la creatività.
In generale usale per qualsiasi attività che richieda il pensare perchè consentono di mettere su carta quello che hai in mente, nella stessa forma in cui lo hai in mente. Sono la rappresentazione del tuo cervello e dei percorsi che hai al suo interno.
Immagine estratta dal libro “Le leggi delle mappe mentali” di Tony Buzan
Mappa mentale disegnata da me per sintetizzare i libri (3) sulla memoria
Conclusione
“Le mie ricerche hanno messo in luce anche i difetti dei miei metodi di studio: gradualmente mi sono reso conto che gli appunti che prendevo erano basati sulle parole e quindi erano monotoni e noiosi; se non altro, il loro formato lineare era un modo molto efficace per allenarmi a essere stupido! La pratica conduce alla perfezione: se ci esercitiamo perfettamente, l’esercizio ci renderà perfetti. Ma se ci esercitiamo male, l’esercizio ci renderà perfettamente incapaci. Quando mi esercitavo prendendo appunti sempre più lineari e monotoni, diventavo sempre più perfettamente stupido! Avevo urgente bisogno di cambiare il mio modo di pensare e di agire.”
Come lui devi voler cambiare lo stato delle cose mosso dalla sana ed insaziabile curiosità di fare nuove scoperte.
Benvenuto tra i mappatori seriali (come noi) ed ovviamente se avessi domande o curiosità non esitare a chiederci nei commenti o contattandoci.
Noi ci vediamo nel prossimo articolo e fino a quel momento… RESTA CURIOSO
Davide
BIBLIO
- The Power of a Mind to Map [EN – Youtube]
- Tony Buzan & Steve : L’interview Lecture Rapide et Mind-mapping [EN – Youtube]
- Tony Buzan ci racconta come ha inventato le Mappe Mentali [EN – Youtube]
- Buzan: mind maps make you smarter [EN – Youtube]
- Tony Buzan on the Origins of Mind Mapping [EN – Youtube]
- Videocorso Mappe Mentali – Introduzione [IT – Youtube]
- Matteo Salvo – Mappe Mentali: Metti il turbo alla tua mente [IT – Youtube]
- Le leggi delle mappe mentali [IT – Amazon]
- Mappe mentali [IT – Amazon]
- Mappe Mentali per il mondo del lavoro [IT – Amazon]
- Metti il turbo alla tua mente con le mappe mentali [IT – Amazon]
- Mappe mentali [IT – Matteo Salvo]
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Davide,
complimenti per la passione e la dedizione con cui realizzi i tuoi articoli!
Inoltre i metodi di apprendimento che descrivi non rimangono “sulla carta”,
ma sei il primo tu ad utilizzarli e testarli dimostrando così la loro applicazione
pratica. In altre parole non sono solo teorie buttate la e fini a se stesse.
Grazie.
Assolutamente si Gino. Prima di parlare di queste tematiche le ho personalmente sperimentate su di me e continuo ad ora. Non solo per poterne scrivere con cognizione di causa ma perchè mi sono veramente servite e se sono riuscito io a migliorare memoria ed apprendimento, possono tutti.
Ciao,
Davide.
Grazie Davide. Un articolo interessante, come sempre. Suggerimenti preziosi e una piccola sfida da raccogliere, particolarmente in una fase della mia vita in cui aumentano le difficoltà a “fissare” concetti e ricordi nella memoria.
Naturalmente, resto curiosa fino al prossimo articolo
Hai centrato in pieno il punto della questione Claudia. La sfida è “piccola”, nulla di insormontabile: un po’ di allenamento per prendere pratica. Ma il ritorno sull’investimento è incredibile.
Davide.
Davide carissimo,
come posso io non apprezzare molto questo articolo quando da sempre elogio le vostre mappe mentali.
ma soprattutto grazie per aiutarmi sempre e sempre più ad utilizzare correttamente cervello e memoria anche con trucchi facili e adattabili a tutto: dalla lista della spesa al lavoro.
resto curiosa al limite dell’impicciona.
domanda: tutto questo si applica anche a un non vedente? se si, come?
grazie sempre
Ciao Annalisa,
questa è davvero una bella domanda alla quale non credo di saper dare una risposta corretta. Posso provare ad abbozzarne una andando a ragionamento: la mappa mentale fa chiaramente molto affidamento sulla vista, tra realizzazione e colori. Ciò detto però, parla la lingua del cervello che è una lingua universale a prescindere da sesso, nazione, cecità, sordità ecc…
I nostri cervelli funzionano tutti allo stesso modo e quindi, per un non vedente, si dovrebbe semplicemente trovare il modo di agevolarlo nella realizzazione di una mappa mentale. Trovato quello i benefici che ne otterrebbe sarebbero gli stessi di un vedente.
Davide.